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Grande successo di pubblico per il quarto appuntamento della rassegna letteraria “Velletri Libris”, organizzata dalla Libreria Mondadori Bookstore in collaborazione con la Fondazione Arte & Cultura Città di Velletri. Stavolta, a dialogare con Ezio Tamilia, è stata la stilista Marina Ripa di Meana, che ha da poco pubblicato Colazione al Grand Hotel. Il volume, che si propone di riscoprire Moravia e Parise, grandi e amici e testimoni di nozze della stessa autrice, ripercorre la Roma degli anni passati con un pizzico di nostalgia e tanti aneddoti.

Proprio i dettagli, i particolari, l’analisi dei comportamenti umani hanno ispirato Marina Ripa di Meana che ha spiegato subito il titolo dell’opera: “Eravamo in casa con Roberto Gancia, mio pretendente, e ad un certo punto irruppe il padrone di casa dicendomi che non avevo pagato l’affitto. Lui colse la palla al balzo e per mostrare la sua bontà mi invitò a soggiornare al Grand Hotel”.

Da questo punto di partenza divertente, poiché la giovane Marina ricorda come scherzosamente apostrofava il suo corteggiatore (“sgancia”, vista la sua disponibilità economica) scaturì la possibilità di inserirsi nei salotti bene della Roma elitaria e di entrare in contatto con un mondo intellettuale di grandissimo livello.

“La noia – ha ricordato la Ripa di Meana – che mi provocava stare da sola in albergo fu allietata dalle visite di Moravia e Parise, grandi nomi della letteratura e anche simboli di una Roma baciata dagli artisti e dalla cultura. Oggi quando passo davanti a quel tavolo mi rivedo ancora in quelle conversazioni, che mai – ha sottolineato la stilista – entravano nel campo letterario. Erano due uomini per me paterni ma non paternalisti, e le nostre conversazioni mi stimolavano tantissimo anche se non avevo di certo la cultura per sostenere certi discorsi che gente come loro poteva fare”.

Prima ancora della dolce vita, c’era una Roma “sgarrupata” – per utilizzare un termine colloquiale utilizzato dalla Ripa di Meana nel libro – casareccia, spontanea, ma piena di vita e di spunti. Colazione al Grand Hotel ha il fine manifesto di recuperare la memoria di Moravia e di Parise, soprattutto verso i giovani.

“Non so cosa li colpisse di me – ha detto Marina Ripa di Meana in risposta ad Ezio Tamilia – ma penso che fossero attratti dalla mia sfacciata franchezza. Lo stesso Scalfari (cittadino onorario di Velletri, ndA) non si capacitava di come io potessi intrattenere rapporti intellettuali con loro due. Il Grand Hotel però non ospitava solo i due autori: Agnelli, Liz Taylor, e tanti altri. “Agnelli – ha dichiarato sorridendo l’autrice – mi raccontava di come restasse incantato a guardarmi in tv, e la moglie gli spegneva il televisore”.

In un clima coinvolgente e garbato la conversazione ha soddisfatto tutte le varie curiosità che questa testimonianza raccoglie. Impossibile non parlare di Pier Paolo Pasolini, colui che forse più di tutti Roma l’ha raccontata dal basso: “Era l’emblema della capitale creativa, quando lo portammo quasi a forza dalla Marzotto fece resistenza e appena entrato, di fronte all’accoglienza dell’amica Marta, esclamò orripilato ‘Questa è lussuria!’ sbattendo la porta e andandosene”.

Marina Ripa di Meana, che da sedici anni combatte contro il cancro, non ha rinnegato se stessa e fatto della sincerità la sua arma per dialogare con il pubblico: il suo periodo libertino, le sue battaglie radicali, la sua schiettezza le hanno dato la possibilità di farsi strada tra i grandi del Novecento. “Non ho particolari meriti, ero una bella ragazza come ce ne sono e ce ne saranno tante – ha affermato – e rifiutavo anche chi come Vittorio Gassman (altro cittadino di Velletri, ndA) mi voleva portare sulla strada della cultura invitandomi a studiare e a leggere. Oggi gli do ragione, all’epoca lo mandai via in malo modo preferendo la discoteca”.

Non è mancato il ricordo di Alberto Sordi, con il quale c’è stato anche un litigio, e proprio in merito ai recenti dibattiti televisivi che l’hanno vista protagonista sulle reti Mediaset Marina Ripa di Meana ha ribadito la sua convinzione: “Io non dico che la mancanza di lavoro non sia un problema, ma dico anche che molti non hanno voglia di lavorare e alcuni mestieri stanno diventando desueti come la sarta o il calzolaio. Non ci sono i soldi facili come tempo fa, bisogna adattarsi, ma è una mia teoria e non di certo la verità assoluta”.

Scherzando sulla cattiva riuscita del film Cattive ragazze (“Mi è venuto male, non lo so perché”), l’autrice di Colazione al Grand Hotel ha concluso con un pizzico di amarezza spiegando compiutamente il perché della definizione “Roma perduta”: “Ho voluto ricordare Moravia e Parise perché interpreti di un clima che a Roma non c’è più. Oggi l’ambiente è dispersivo, i problemi di traffico, immondizia e altro fanno il paio con la mancanza di luoghi di aggregazione. Non sono nostalgica, mi proietto sempre in avanti, ma la Roma che c’era prima adesso non si può ripetere”.

Una riflessione che ha lasciato agli spettatori, sempre in numero superiore ai cento, la possibilità di pensare. Marina Ripa di Meana non si è smentita nella sua franchezza, tra l’altro presenziando all’incontro nonostante dei problemi di salute. Al termine dell’incontro degustazioni di vino e altre delizie nel suggestivo Chiostro. Gli organizzatori hanno ringraziato la Banca Popolare del Lazio, Allianz Assicurazioni, la Cantina Piana dei Castelli e il Casale della Regina, sponsor dell’evento.

Il prossimo appuntamento è per giovedì 6 luglio, alle ore 21.00, con Valerio Massimo Manfredi. Un altro grande nome per una Velletri davvero perno culturale dei Castelli, come detto anche da Marina Ripa di Meana rimasta letteralmente abbagliata per l’accoglienza e la bellezza della Casa delle Culture.

Rocco Della Corte

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