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Il dolore certo c’è ed è anche profondo e devastante. Certe persone, tuttavia, non vanno soltanto piante e visitate le loro tombe, ma ricordate e onorate anche nei luoghi in cui sono vissute. E’ nella famiglia, nel posto di lavoro, nelle piazze e nelle strade, nei locali frequentati, praticamente dovunque, che si deve continuare a stare insieme.

Il menefreghismo e la dimenticanza sono la vera fine di un uomo. Ma per un ragazzo di nome Gabriele,  che era un professionista nel suo lavoro, un marito e un papà perfetto, un amico per tanti, non è pensabile una cosa del genere.

Il buio della notte in cui Gabriele ritornava a casa, dopo una lunga giornata di lavoro, deve dare posto alla luce. Ora lui è una sorgente di luce. L’ha data su questa terra e ora la diffonde da lassù. E non ci sono più distanze da coprire con la sua moto, né con altri mezzi.

Ad un certo punto uno, però , si chiede: non era meglio che non venisse investito e che Gabriele ritornasse come tutte le altre volte dai suoi? Quella notte, invece, non si è udito il rombo del motore, né il rumore delle chiavi nella serratura di casa.

Il ritardo e la mancanza di notizie ha allertato Anna, la moglie, che è partita alle prime luci dell’alba per raggiungere il bar della stazione. Sulla via Prenestina Nuova, all’altezza di via Colle dei Lauri, i primi segni di un grave incidente. C’era la moto, ma non Gabriele. Gabriele era in ospedale a Palestrina.

La corsa in ospedale e qui il crollo delle speranze. La tragedia. Il giorno della Madonna del Carmelo, domenica 16 luglio, si è aperto un capitolo nero nella storia di una famiglia felice ridotta a tre: mamma Anna e i loro due figli di tredici e tre anni.

La dinamica di come sono andati i fatti è ancora tutta da ricostruire, però per i parenti Gabriele è ancora qui. Gabbo, come lo chiamavano affettuosamente gli amici, sta con noi ed è per questo che sabato sera, 26 agosto, gli hanno organizzato una festa a sorpresa:

“Musicando sotto le stelle, sul piazzale della Stazione di Zagarolo, apericena in musica, ricordando Gabbo, organizzato dai Comitati di quartiere di Colle Gentile e Colle Collecchie, dall’Associazione I Gufi e dalla C.A.M. auto e moto d’epoca”. Tante le volontarie donazioni di numerosi sponsor.

Il fantasioso programma è stato ispirato a immagini e al linguaggio ferroviario. E’ stato diviso in stazioni a seconda degli orari, compresa la partenza. In tutto sei. Alle ore 24 l’arrivo, cioè il commosso saluto a Gabbo. Ciao, Gabbo, la stazione di Zagarolo ha bisogno ancora di te. Chi arriva e chi parte continuerà a salutarti come sempre.

 

Pino Pompilio

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