Zero Eq, il nuovo album
In concomitanza con l’uscita odierna della loro ultima fatica discografica, “Fall”, abbiamo voluto incontrare gli Zero Eq, Band Prenestina il cui genere electro-pop di derivazione anni ’80 continua a farsi apprezzare all’estero, specialmente negli USA, da una decina di anni ormai, facendo conquistare a questi tre giovani e talentuosi musicisti un posto di rilievo nel panorama musicale alternativo internazionale.
Con testi che scandagliano tutte le possibili sfaccettature e dinamiche dell’animo umano supportati da sonorità digitali e dall’intensità di una voce solista a tratti ipnotica, gli Zero Eq si apprestano a fare nuovamente incetta di consensi, proseguendo a passi da gigante quel cammino verso un successo ancora più ampio che ci auguriamo si concretizzi presto anche a livello nazionale.
Ecco cosa hanno voluto raccontare a noi de “La Notizia”:
Innanzitutto presentatevi. Chi siete e che cosa vi ha spinto ad intraprendere il percorso di musicisti?
“Noi siamo gli Zero Eq, Phenix, Io e Tyler… Quello che ci ha spinto a fare musica ė difficile da spiegare, perchè certe cose non le scegli, sono loro a scegliere te.”
“Nonostante quello che si dice spesso, gli ascoltatori esteri non hanno preconcetti, mentre spesso l’esterofilia di noi italiani ci porta a sottovalutare quello che abbiamo in casa… E la cosa non vale soltanto in musica.”
“Per prima cosa si tratta di un EP che anticiperà il nuovo album e racchiude i segni della nostra evoluzione sonora, che anche grazie al cambio di line-up (l’ingresso di Tyler) si fa ogni giorno più evidente.”
“I nostri testi parlano di situazioni quotidiane anche se estreme come la follia o la disperazione. I nostri gruppi di riferimento sono davvero troppi per essere citati tutti… Ci teniamo solo a dire che a dispetto di quanto sembrerebbe non abbiamo come gruppo faro i Depeche Mode.”
Il singolo che traina il vostro nuovo lavoro, “Negative Changes”, il cui videoclip è già on line, ha atmosfere e sonorità cupe ed un testo che prende l’avvio con una dichiarazione piuttosto forte “Se ne avessi la possibilità, mi ucciderei stanotte, solo per vedere se riesco a sopravvivere, se riesco a decidere, se riesco a controllare la mia vita”. Qual è il messaggio o la riflessione alla base di questa canzone e delle altre dell’album?
” <<Fall>> parla della caduta di un uomo nella follia dettata dalla disperazione e più che un messaggio è un’esplorazione negli angoli più malati della psiche di ognuno di noi.”
“Ci fregiamo del titolo di band meno conosciuta nella sua città… Possiamo dire di aver molti più fan a Dortmund che a Palestrina, il nostro paese. Forse sarà dovuto al fatto che pensiamo più a fare musica che a parlarne o ad atteggiarci a star di provincia.“
“A Palestrina abbiamo associazioni come il coro polifonico del Maestro Sebastianelli che tengono altissimo il vessillo dell’arte musicale e molti posti dove ascoltare musica, però riteniamo imperdonabile aver lasciato morire iniziative come <<Nel nome del Rock>>che dovevano essere sostenute da TUTTI, cosa che non è accaduta.”
“Lavorare su generi distanti da quelli nei quali operiamo normalmente ci ha consentito di ampliare il nostro vocabolario armonico e ci ha aiutato a mantenere sempre centrale anche nei nostri brani la <<forma canzone>>, perchè pensiamo che la sperimentazione debba essere sempre e comunque fruibile.”
“Il nostro progetto per il futuro? Non farci mancare nulla. Nel frattempo possiamo già dire che a Giugno suoneremo a Roma: il 20 al BlackOut ed il 27 al Muzak… Ci vediamo lì!”
Di Romina Russo