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ARMANDO GUIDONI:” VERSO IL ROBOT SAPIENS”
La  presentazione Sabato 22 settembre in Aula Consiliare alle h. 10.45

“Verso  il Robot sapiens” un  bel titolo davvero per un libro che parla di scienza e di progresso umano e che ci svela un Armando Guidoni abile scrittore, oltre che ricercatore, dopo averlo conosciuto e apprezzato già come poeta editore e giornalista. Tante anime in un corpo solo!

Un titolo bello, dicevo, che però potrebbe mettere in soggezione chi, come la sottoscritta, ha sempre guardato alla scienza come ad una materia fredda se pure affascinante, dominata da una logica matematica che non lascia spazio alla poesia e alla passionalità dei sentimenti.  Ebbene sbagliavo.

La lettura di queste pagine riesce a svelare tutta l’umanità che ispira la ricerca scientifica e la orienta verso orizzonti immaginati dal nostro desiderio, prima ancora che ipotizzati dalla nostra intelligenza. Non sono pochi i casi in cui la letteratura ha anticipato delle scoperte, intuendo qualcosa che poi la ricerca ha provato con l’ osservazione dei fenomeni, fino a dominarli e crearli essa stessa. Ed è così – ci spiega Guidoni, seguendo le sue intuizioni – che l’uomo è progredito inventando oggetti e macchine che lo aiutassero nell’adempimenti dei suoi lavori. Ancora oggi cammina su quella strada sognando dei robot sempre più umanizzati, che possano sostituirlo nelle incombenze più pesanti e faticose. Un obiettivo scientifico per il quale servono anche competenze in campo medico, filosofico e psicologico, confermando che veramente Scienza e Cultura sono due facce della stessa medaglia.

L’Autore nel libro ci racconta la propria esperienza all’ ENEA di Frascati lunga 25 anni e del suo team di lavoro diretto da un geniale ricercatore, Antonio Botticelli,  a metà tra il poeta-guru e lo scienziato pazzo. Un personaggio di assoluta genialità e fascinazione, di quelli capaci di dare ispirazione agli altri per il solo fatto di esistere in un modo del tutto originale e soggettivo. Sotto la sua guida l’Enea e lo stesso Guidoni arrivarono a realizzare un sistema cibernetico di assoluta novità per il controllo automatizzato di macchinari industriali, sistema che però in fase di applicazione pratica subì la dura opposizione delle organizzazioni dei lavoratori, che lo videro come un concorrente sleale.

Ma è giusto moralizzare la scienza – si chiede Guidoni- porre dei veti sulle potenzialità esplorabili, per paura di come qualcuno ne potrebbe fare cattivo uso? Se l’uomo si fosse lasciato bloccare dalle paure, non saremmo ancora all’età della pietra? Domande non solo lecite, ma connaturate alla responsabilità dello scienziato, che si rinnovano ogni volta che la scienza raggiunge traguardi più estremi.

Certo oggi che le frontiere scientifiche e tecnologiche avanzano cosi velocemente e in modo così totalizzante sulla nostra vita, il quesito non è banale…

Laura Frangini

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