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Buona, anzi buonissima la prima. Al primo colpo mister Francesco Facchi, appena subentrato sulla panchina del Poli Casilina al posto del dimissionario Paolo Michesi, conquista un successo in Prima categoria che poi è anche il primo stagionale (dopo quattro pareggi e tre sconfitte) della squadra che gioca al “De Fonseca”. Il 3-1 imposto in casa all’Atletico Lariano è stato liberatorio per tutto l’ambiente. «Il primo tempo è stata abbastanza equilibrato – spiega Facchi – anche se si vedeva chiaramente che i ragazzi erano molto contratti e inevitabilmente condizionati dalle vicende accadute in settimana e soprattutto da una situazione di classifica complicata. Nella ripresa siamo passati in vantaggio col primo gol di Pirami, che poi sarà autore di una tripletta, ma gli ospiti hanno pareggiato poco dopo sugli sviluppi di una palla inattiva. Ecco, quella rete subita mi ha fatto arrabbiare molto: certe distrazioni non devono accadere più. La squadra, però, ha trovato la forza di reagire in un momento molto delicato e questa è sicuramente la miglior notizia della gara di ieri». Facchi, poi, lancia un messaggio a tutto il gruppo. «Quelle di ieri, ovviamente, non possono essere scelte definitive. Devo conoscere bene tutti gli uomini a mia disposizione e ci sarà bisogno di tutti: questo è un gruppo che può crescere se lavoriamo assieme. E’ inutile, in questo momento, fare proclami di classifica: bisogna solo sudare e accumulare più punti possibili». Ad iniziare dalla prossima partita sul campo della Roma VIII. «Anche loro si trovano nella bassa classifica con appena tre punti, ma questo – avverte Facchi – non significa che ci stenderanno i tappeti e ci lasceranno i tre punti. In questa categoria nessuno ti regala nulla». L’allenatore, alla prima esperienza con una prima squadra, è carico a pallettoni. «Ho giocato e vinto un campionato qui da giocatore tre anni fa – ricorda il tecnico – e quando la società mi ha proposto questa sfida non potevo proprio esimermi dall’accettarla. Spero di ripagare la fiducia che il club ha avuto in me».

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