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17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate. Quest’anno, poiché era di sabato, è stata spostata a domenica 18. Prima c’erano Confraternite e Associazioni che facevano un programma per celebrarla secondo una tradizione radicata da secoli sul territorio. Anche quando San Cesareo non era Comune si sono susseguite varie organizzazioni per onorare degnamente il Santo, anzi i due Santi, Sant’Antonio Abate e Sant’Antonio di Padova. Confraternite e Associazioni intitolate a Sant’Antonio ce ne sono state a iosa, ma come sono nate così sono velocemente scomparse. Per un certo tempo ce n’è stata una dedicata anche al culto di San Giuseppe. Le ragioni per cui c’è stata questa frammentarietà sono dovute al fatto che lo si faceva quasi per gioco, per fare qualcosa di diverso, per voglia di protagonismo, per emergere. Spesso abbiamo assistito a folli lotte tra aderenti per diventare Presidenti di tali Associazioni, ma quando era il momento di darsi da fare di tante persone che ne facevano parte solo una, due o, al massimo, tre erano quelle che si impegnavano a fondo, garantendo la buona riuscita dell’evento. Questo avveniva e avviene tutt’ora non solo nelle associazione Religiose, ma anche nelle altre. Vedi, per esempio, quella del carnevale, delle origini di San Cesareo, della Pro Loco e via dicendo. Dello stesso parere è anche il parroco don Guido, che conosce bene l’ambiente da quando era parroco di San Cesareo don Fausto Borzi. Troppe le competizioni, gli arrivismi, le critiche, le invidie, le gelosie e gli interessi soprattutto di natura economica tra coloro che aspirano a ricoprire le cariche nell’ambito di una qualsiasi Associazione. L’idea centrale e basilare del bene e della fede manca del tutto.

Domenica, all’alba, abbiamo sentito sparare dei colpi, i classici che annunciano l’inizio di una festa. Non provenivano, però, da San Cesareo, ma dalla vicina Palestrina. Che delusione! Qui nessuno ha esploso neppure un petardo. Don Guido, tuttavia, la benedizione agli animali, in mattinata e quella ai mezzi nel pomeriggio, l’ha data. San’Antonio Abate non è stato dimenticato. L’essenziale rimane, il resto è solo cornice decorativa.

Pino Pompilio

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