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Domenica, 20 dicembre, appuntamento dei volontari della Do.Sa.Vo. per la donazione del sangue in occasione del Natale. Come sempre, sono stati in tanti a raggiungere i locali della raccolta, il Centro Anziani di San Cesareo. L’equipe medica si è prodigata per l’assistenza in ogni fase delle operazioni di prelievo. Tutto è filato liscio. Costante l’afflusso. Alle ore 11.30 si era già al 128° dei donatori, arrivati, oltre che da San Cesareo, anche dai paesi del circondario.

La Do.Sa.Vo. è dovunque. E’ in continua crescita, perché il popolo non è mai indifferente alle sofferenze e alle altrui necessità. Chi frena lo slancio alla generosità sono le autorità politiche e sanitarie, che creano una complicatissima e fastidiosissima serie di norme e disposizioni burocratiche. Costituiscono un serio impedimento alla libera e spontanea donazione. Vedono più vantaggioso e sbrigativo comprare il sangue, invece di andare a raccoglierlo presso le Associazioni dei donatori.

Commercio sì, volontariato no. Chi se ne frega di porre fine all’educazione alla solidarietà umana. La prova della grande determinazione e volontà a donare non sono stati tanto quelli ammessi al prelievo di domenica 20, quanto quelli a cui è stato detto di ritornare a casa per ragioni pratiche. Non hanno donato ed erano in quaranta. Non si sono ribellati. Hanno detto, al contrario: “noi stiamo qui lo stesso. Corriamo il rischio di non donare. Se ce la facciamo bene, se no noi eravamo pronti”.

Poco dopo le ore 12, l’ultimo volontario ha lasciato la sala. Ha portato il numero delle sacche a 116. Un buon raccolto. Così, per il periodo di fine e inizio d’anno chi avrà bisogno di quel sangue potrà continuare a vivere. Chi lo ha donato a sperare in una politica migliore.

 

Pino Pompilio

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