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La storia umana è fatta di momenti. Il periodo natalizio è uno di questi. Tutto iniziò in uno sperduto paese palestinese dove un padre e una madre fuggivano dalle persecuzioni.

Oggi, come tante altre volte, la storia si ripete. Quante madri oggi proteggono i loro bambini con la schiena ricurva su di loro, quasi a proteggerli dal male. Si fa capanna per proteggerlo dalle bombe che solcano il cielo come una stella cometa.

Ma la terra non è popolata di sole vittime. Accanto a loro ci sono i tanti carnefici, moderni erode persone anche loro che con i loro gesti ci vogliono costringere a cancellare il Natale, sinonimo di Nuova Vita. E con la Vita vogliono cancellare la nostra dignità umana ma soprattutto la nostra Speranza.

Cancellata questa, cancelleremo la nostra capacità di comprendere la storia dell’uomo. Viviamo la nostra terza guerra mondiale a pezzi, senza avere punti di riferimento a cui aggrapparci (chi è il nemico, dove è il suo esercito, quali regole, sebbene trovare regole, per quanto assurde, in una guerra asimmetrica è ben difficile).

E’ solo il richiamo alla forza delle nostre radici, custodite fra i legni di quell’antica mangiatoia, a guidarci sul cammino dell’uomo. Diceva un saggio “Considera tre cose: sappi da dove vieni, dove vai e davanti a chi un giorno dovrai rendere conto”. Lo smarrimento che oggi ci prende è proprio nell’esserci messi in un cammino cieco in cui ci siamo persi.

Ma è solo ritornando a noi stessi, abbracciando il nostro cammino particolare, che possiamo riportare ad unità il nostro essere, cercando quel Dio che è dentro di noi e che noi soffochiamo in tanti modi.

Davanti alle molteplici forme del dolore lo cerchiamo nel grido disperato “Dio dove sei?”. Ma il dolore sono nodi umani che noi ci siamo o abbiamo voluto costruire. E’ solo se cominciamo a sciogliere questi “nodi” che poi sono i nostri umani “perché” (perché la guerra, perché la fame, perché l’odio?), che dipendono da noi, che poi potremo chiedere “perché” a Dio. Se lo faremo in buona fede, da uomini giusti, allora Lui si mostrerà.

Ma se useremo solo parole, allora Lui tacerà.

Roberto Papa
Direttore Pastorale Sociale e del Lavoro
Diocesi di Palestrina

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