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Anche se siamo in piena campagna elettorale, la situazione si presenta abbastanza moscia. È vero che girando per il paese uno viene fermato e salutato pure da gente mai vista e conosciuta che magari ti consegna pure il suo santino elettorale, però è una campagna un po’ sottotono! Non ci sono cene galattiche, non si sparla l’uno dell’altro, quasi non sembra di stare a Palestrina in periodo elettorale! Per esserci più di 300 candidati ci dovrebbe essere un tourbillon nelle vie di Palestrina, invece poca roba. Si riasfaltano strade, si sistemano piazze, si mettono panchine, si trasformano spazi aridi e desertici in giardini fioriti! Ma non c’è l’acrimonia degli anni passati! Forse il risultato quasi scontato toglie la voglia di combattere, forse molti candidati a consigliere delle liste minori hanno capito di essere stati presi in giro. Hanno capito che verranno utilizzati come sherpa tibetani per portare qualche volto che forse permetterà al candidato sindaco di entrare in consiglio comunale, ed hanno capito pure che una volta eletto costui si dimenticherà immediatamente di chi ha lavorato per lui!

C’è addirittura chi ha sostituito una intera lista in corso d’opera figuriamoci quanto gliene frega dei candidati che l’appoggiano!

Anche la campagna di affissioni selvagge, dopo una buona partenza (è ironico), sembra essere limitata a due soli, al massimo tre, candidati che forse non hanno ancora capito che non si viene eletti se si riempiono di manifesti tutte le campane del vetro, tutti i cassonetti e tutte le fermate del Cotral, ma si viene eletti se si ha qualcosa da dire, se si hanno proposte decenti e realizzabili, se si ha un minimo di coerenza. Qualcosa forse cambierà dopo domenica 11 Maggio, dopo le elezioni della BCC, quando molti saranno più liberi. Non sempre le alleanze bancarie corrispondono con le alleanze amministrative, quindi fino a domenica 11 qualcuno è costretto a rimanere abbottonato, vedremo cosa succederà da lunedì.

Sulle elezioni del 11 Maggio ci limitiamo ad attendere i risultati.

Di Pietro R.

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